Avanzando nella conoscenza del cervello umano come funzione della mente.
Nel primo passo hai appreso che le credenze generano esperienze. Credenze negative creano esperienze negative. Credenze positive creano esperienze positive.
Nel secondo hai capito che esiste una connessione inseparabile tra corpo, mente e spirito. Il corpo é funzione della mente e rispecchia le memorie che questa contiene di maniere differenti. Una tra queste é la malattia.
Nel terzo hai compreso che disabituarsi (cambiare gli abiti e costumi) é una maniera di rompere una credenza.
Nel quarto ho chiesto che tu vedessi sempre prima quello che é positivo in tutto quello che ti succede.
Nel quinto passo ho parlato un poco su come vedo i dieci comandamenti, come regole di educazione e disciplina di vita. L’osservanza di queste regole ci libera dai controllori e dagli oppressori.
Nel sesto passo parleremo un poco circa quello che la neuroscienza ha scoperto sul funzionamento del nostro cervello.
Ma prima voglio commentare alcuni e-mail che ho ricevuto su questi 10 passi:
- Alcuni, per esempio, hanno gradito molto un esercizio proposto e vorrebbero farlo per altri sette giorni. La risposta é si, possono farlo per altri sette o quattordici giorni, completando un ciclo totale di ventuno giorni. In seguito possono iniziare un altro esercizio e seguire la stessa metodologia. Suggerisco che, per facilitare il tutto, la persona stampi la pagina degli esercizi per realizzarli quando sentisse che é arrivato il momento giusto.
- Un’altra domanda che é sorta con frequenza é se possiamo fare due o più esercizi allo stesso tempo. Direi qui che mischiare intenzioni é un modo di adulterare i risultati (Come abbiamo visto nel quinto passo). Negli esercizi con immagini mentali lavoriamo con l’intenzione, con la focalizzazione. Un’intenzione alla volta. Però, se l’intenzione fosse la stessa, potremmo allora realizzare più di un esercizio per quella intenzione specifica. È chiaro?
- Altri mi chiedono se possono fare gli esercizi coricati... Mai. Esercizi di immagini mentali non sono pratiche di meditazione o rilassamento. Sono metodi di lavoro. E per la mente si lavora seduti e non coricati.
Proseguiamo così con il tema proposto con questo sesto passo.
Parlerò un poco delle nuove scoperte di questa medicina del comportamento che finalmente si é risvegliata, scoprendo una connessione tra corpo e mente e che ci spiega questa connessione attraverso il funzionamento del cervello umano.
Nel libro “Curare”, scritto dal dott. Servan-Schreiber, egli narra che esiste un cervello dentro l’altro.
Quest’ultimo viene identificato come un cervello primitivo, più antico, che egli chiama di cervello limbico o emozionale – l’altro é il cervello cognitivo.
Per gli studiosi il cervello limbico “É un posto di comando che riceve continuamente informazioni di differenti parti del corpo. Risponde regolando l’equilibrio fisiologico del corpo”... “Questo cervello emozionale è, quindi, quasi più intimamente legato al corpo che il cervello cognitivo. È per questo che è molto più facile accedere alle emozioni per mezzo del corpo che attraverso un linguaggio verbale”.
Nel cervello limbico - o emozionale – le nostre memorie sono registrate dai tempi più remoti sotto forma di immagini, simboli e metafore. É in questa parte del cervello (funzione della mente), che teniamo le nostre paure, la nostra rabbia, (anche quella animale), i nostri sentimenti più primitivi, delle epoche in cui vivevamo divisi tra il lottare o soccombere.
La coscienza, il razionale, la logica, secondo gli scienziati, sono alloggiati nel cervello cognitivo e devono entrare in quello emozionale per portarvi conoscenza e luce, per poter manifestare risposte emozionali equilibrate.
Mas non sempre ciò è possibile. Nei traumi o negli eventi significativi, possiamo creare forti e resistenti barriere tra questi due cervelli e questo spiega le nostre reazioni emozionali di paura, panico, aggressività e molte altre, che sembra partano dal nostro cervello primitivo direttamente sulle nostre azioni qui nel mondo esterno.
Narro tutto ciò per cercare di far capire che questa spiegazione degli scienziati ha un enorme valore per me, che posseggo questo dono di entrare nel cervello emozionale e descrivere le immagini che sono lì immagazzinate, essendo il mio sforzo più grande quello di creare esercizi, affinché le persone possano vincere la barriera che può esistere tra il cervello emozionale e quello cognitivo, portando, con la pratica degli esercizi di immagini mentali, coscienza e luce alla parte che si trovava nell’incoscienza e nelle tenebre, cambiando al positivo l’esperienza in questo mondo.
Possiamo dire quindi che nel cervello limbico o emozionale teniamo le nostre credenze e i nostri concetti fotografati in simboli o immagini che posseggono forza e potere energetico per vibrare nella realtà fisica.
Raggiungere queste memorie nascoste nel nostro cervello primitivo può anche essere frutto di tecniche come il toccare il corpo fisico, nei trattamenti di ipnosi, durante i nostri sogni, nell’arte terapia, attraverso la terapia Fiorale, nei massaggi in una maniera generale e nelle tecniche corporali specifiche come il Rolfing, la RPG, infine, con centinaia di strumenti diversi che abbiamo a nostra disposizione.
Uso gli esercizi con immagini mentali perché è quello che so fare come complemento al mio dono.
Dal momento che il sesto passo é stato un passo più teorico, suggerisco che tu realizzi per altri sette giorni l’esercizio proposto nel quinto passo della settimana scorsa.
Izabel Telles é terapeuta holística e sensitiva formada pelo American Institute for Mental Imagery de Nova Iorque. Tem três livros publicados: "O outro lado da alma", pela Axis Mundi, "Feche os olhos e veja" e "O livro das transformações" pela Editora Agora. Visite meu Instagram. Email: Visite o Site do Autor