La spaventosa catastrofe che è accaduta nei giorni scorsi in oriente mi ha fatto riflettere, come immagino molti di noi. Io parto dal presupposto che nulla accade per caso, e che le cose hanno una concatenazione, una causa, un effetto. La legge del Karma.
Allora quale potrebbe essere il “fil rouge”, il filo conduttore che si nasconde dietro quest’evento? Quali i messaggi, i suggerimenti?
Poi ho pensato ad alcuni eventi che sono accaduti negli ultimi anni. Eventi importanti che hanno in qualche modo modificato il nostro modo di sentire, di vedere.
Fino a 15 anni fa, il mondo appariva ancora molto diviso. Il muro di Berlino era caduto (altro evento importantissimo per l’eliminazione dei blocchi contrapposti), tuttavia ci si sentiva poco uniti. Anche l’Europa era tutta da fare.
Poi un evento: la Guerra del Golfo. Grazie a Saddam e la sua invasione del Kuwait, il mondo intero si è politicamente unito contro di lui. Forse per la prima volta nella storia, l’Onu ha decretato (non suggerito) la liberazione dei territori occupati. Truppe australiane agivano accanto a marocchini, canadesi ed italiani, egiziani e sudafricani: tutti uniti. La gente assisteva allo scontro impari accompagnato da immagini modello “Apocalypse now”. Ma il merito di questo evento è stato la possibilità di unire le forze politiche (e militari) contro un comune nemico.
Ma non era sufficiente. Occorreva qualche cosa di più. Lo sfondo, il motivo dell’unione era solo la guerra.
Poi si verifica, anni dopo, un secondo evento: l’abbattimento delle Torri Gemelle. L’evento, anche questo vissuto come un film hollywoodiano, ha unito le coscienze mondiali nella compassione, nel disastro, come mai prima.
Candele sono state accese in tante case, lutti decretati ovunque, ognuno si è immedesimato nei protagonisti che erano persone comuni, non militari addestrati a combattere. Persone che stavano andando a lavorare in un giorno normale.
Si è creato un cordoglio generale come mai prima. Un evento vissuto come se fosse avvenuto nella nostra città, tra i nostri amici. Tuttavia questo evento, che ha avuto il pregio di unire moltissime popolazioni, aveva come sfondo ancora la guerra, il terrorismo, la differenza. Infatti in alcuni paesi (pochi per fortuna) l’evento è stato vissuto come una vittoria. Ma molte coscienze hanno scoperto che il vicino di casa non è uno sconosciuto, una persona per la quale è lecito nutrire indifferenza. Ora non più, dopo le Torri.
Infine un disastro “naturale” in oriente, l’onda anomala dopo il terremoto durante un periodo di ferie e di festeggiamenti.
Moltissimi i morti (la cifra è destinata ad aumentare in maniera impressionante) e le persone nel mondo si sono riavvicinate nuovamente ancor di più, senza confini. La gara alla solidarietà si è scatenata quasi naturalmente ovunque e le cifre incassate superano con impressionante facilità qualsiasi raccolta precedente. Anche la modalità della raccolta testimoniano che qualcosa è cambiato: i principali server della telefonia si sono uniti ed anche le reti tv lo hanno fatto, e con facilità mai riscontrata prima ci si è mobilitati. Anche io ho inviato il messaggino, come milioni di italiani, e la cosa che mi ha colpito è stato che dopo qualche ora ho ricevuto dall’operatore un messaggio di ritorno di ringraziamento per la donazione! Banalità? Forse, ma nulla accade per caso! Questa è una testimonianza “tangibile” della solidarietà mondiale. Ci sentiamo sempre più uniti alla faccia delle religioni diverse, tradizioni differenti, ecc… Questa tragedia ci ha messo di fronte alla necessità di esaminare con profondità il nostro rapporto con madre Terra, comprendendo che siamo solo ospiti. Questa volta la guerra, che è servita in precedenza per unire, non c’entra: ora è il rapporto tra il genere umano e tutto ciò che non è umano. Scoprire che occorre instaurare un rapporto diverso, viverlo in profondità. Comprendere che siamo qui a tempo determinato, che siamo ospiti e che, per questo, abbiamo la necessità di rispettare le regole di chi ci ospita, visto che siamo a casa sua.
Questa è la nuova coscienza che l’evento ci sta proponendo, e ciò significa che siamo pronti per ricevere il messaggio.
Ora ci saranno altri eventi nel futuro: se questa sensazione fosse giusta, i prossimi eventi avranno come scopo quello di proporre una nuova filosofia di vita, nuovi modi di esistere, di rapportarsi con la vita e con il mondo, oltre che con se stessi. Forse l’arrivo di un nuovo “Profeta”, chiunque esso sia. Se avremo raggiunto un soddisfacente livello di unione nel genere umano, allora non resterà che varcare le soglie della nostra umanità.