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Non trasformarti in un gelido pezzo di legno
por WebMaster
El Morya Luz da Consciência -
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Traduzione di Angela Li Volsi -
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Un uomo faceva parte di un gruppo. Partecipava attivamente di gran parte delle attività sociali di questo gruppo. Un giorno, però, si lasciò prendere da un sentimento di “inutilità” e si separò dal gruppo. Il capogruppo sentì la sua mancanza, ma tutti quelli a cui chiedeva notizie dicevano di non sapere niente di quell’uomo.
Allora, decise di andare a cercarlo a casa sua.
Bussò alla porta e, per sua sorpresa, fu proprio lui a venirgli ad aprire. Il capogruppo entrò e si mise a sedere accanto all’uomo, davanti a un camino acceso. Rimasero alcuni minuti cosí, in silenzio, osservando semplicemente la legna trasformarsi in brace. Dopo un momento, il saggio capogruppo scelse il pezzo di brace piú ardente, lo tolse dal camino e lo mise per terra. Dopo pochi minuti il pezzo di brace, che un minuto prima era incandescente, si trasformò in un pezzo di legno gelido.
Subito dopo, prese quel pezzo di legno gelido e lo mise di nuovo insieme agli altri pezzi di brace. In pochi secondi, il legno fu avvolto dal calore degli altri e ridivenne il pezzo di brace piú incandescente di quel camino. Il capogruppo guardò l’uomo negli occhi, sorrise e si diresse verso la porta. L‘uomo batte sulla spalla del capogruppo e dice: “Ritornerò con te”...
Essere felice è una questione di persistenza, di lotte giornaliere, di incanti e disincanti, accettazione del proprio momento e del momento degli altri ma, soprattutto, di rendersi conto che siamo un’individualità molto importante dentro l’Unità. Da soli, passiamo inosservati, ma in un gruppo, in famiglia e anche in una relazione a due, la nostra importanza si manifesta, ma purtroppo noi stessi abbiamo una grande difficoltà nell’accettarla e nel crederci.
Ci troviamo in una tappa evolutiva in cui futilità e consumismo si intrecciano con evoluzione dello spirito e della coscienza. Siamo obbligati sempre di piú a lottare per mantenere le nostre necessità materiali, ma allo stesso tempo ci accorgiamo che l’apertura spirituale, la fede, il credere in qualcosa piú grande è ancora piú importante, perché ci mette sullo stesso piano di persone simili a noi, capaci di offrirci il piú grande di tutti i tesori: sentimento di uguaglianza, amicizia, certezza che non siamo soli, il calore dell’accoglienza e del cameratismo e, soprattutto, la nostra reale importanza.
La realizzazione dei nostri sogni è in diretto rapporto con la nostra importanza, e quando non li realizziamo, la nostra impotenza ci frustra. Siamo noi che tracciamo i limiti per realizzarli. Siamo gli unici a poter creare restrizioni alla loro realizzazione, soprattutto quando non crediamo a noi stessi, alla nostra importanza. Dobbiamo però identificare se essi hanno a che vedere con una soddisfazione fisica e materiale, in cui l’effetto è momentaneo, o se rispondono alla Volontà dell’anima, in cui l’effetto è duraturo.
Ogni volta che qualcuno ha deciso di vincere l’impossibile sono successe cose meravigliose, ma con l’aiuto del Piano Superiore. Se investighiamo, scopriremo in tutti i sognatori che sono riusciti vincitori uno stato di benessere che si conquista gradualmente, in quelli che sono bene orientati spiritualmente e che sanno dare importanza soltanto a quei sogni che lasciano qualcosa di utile per noi, o per qualcuno in particolare, o addirittura per l’umanità.
Sono realizzazioni che non solo ci accompagnano dopo il trapasso, ma ci aiutano anche durante questo passaggio. Sogni che quando realizzati dimostrano la nostra importanza in qualche modo, o per tutta l’umanità o per qualcuno in particolare, ma che è soprattutto produttiva e genera evoluzione per tutti.
Colombo è stato persistente e ha continuato il suo viaggio per mare anche se sentiva dire che il mare sarebbe finito e che era pieno di mostri. Tutti davano del pazzo a Santos Dumont, finché non riuscí a far salire il suo aereo 14 Bis. Ford e Einstein furono ignorati dai potenti che non credevano nei loro progetti.
Credere a consigli infelici, rinunciare a progetti di vita benedetti dal Piano di Luce
significa trasferire il nostro Potere al mondo degli effetti, retrocedere verso la nostra dipendenza dal mondo esterno. Cosí facendo, affermiamo una vita di miseria perché,
abbandonando la causa – il nostro sogno – abbandoniamo la Fonte. Subiamo le conseguenze del fatto di seguire quello che ci suggerisce il nostro ego invece di seguire l’orientamento dello Spirito.
Quando ci allontaniamo dai nostri propositi dell’anima subiamo l’azione della mente e del nostro lato emozionale, e ci volgiamo verso un mondo di sofferenza che ci allontana
dalla corrente di manifestazione, da ciò che a tutto provvede L‘Universo ci manda continui messaggi attraverso mezzi letterari, o tecnologici, o anche attraverso un amico che ci viene a cercare. Quando preghiamo, chiediamo a Dio sempre cose materiali, la cura del corpo o che ci faccia incontrare il compagno ideale, e ci sentiamo frustrati quando non siamo esauditi.
“Il segreto della vita consiste non nel cambiare quello che succede nel nostro mondo, ma nel cambiare la nostra mente, i nostri pensieri e atteggiamenti nei riguardi di quello che ci manca”.
Quando qualcosa non riesce bene, certamente stiamo pensando solo a noi stessi, ai nostri obiettivi, alla nostra importanza, ci stiamo allontanando dalle braci incandescenti, come racconta la nostra storia, diventiamo gelidi, ci dimentichiamo della totalità, degli altri, non diamo importanza al flusso universale.
Soprattutto quando i nostri piani dipendono da qualcuno o da un gruppo, non possiamo semplicemente ignorarli. Dobbiamo metterci nei loro panni - senza perdere i nostri obbiettivi.
Il Maestro Gesú, seduto in mezzo agli apostoli, disse:
“I Re e i Principi di questo mondo sono chiamati “grandi” e sono “importanti” perché stanno seduti sui loro troni, dando ordini ai loro sudditi... Voi non dovete fare cosí: chi di voi vorrà essere grande, avere la sua importanza, che sia un servitore e ami tutti! Solo riceve amore chi ama e serve solo per amore, senza aspettare una ricompensa. Chi vuole
essere importante, che si realizzi solo attraverso l’amore. E il primo passo è perdonare".
Perdonare, dice il Maestro, è rinunciare al risentimento verso qualcuno o qualcosa, e risentimento vuol dire rabbia, sentimenti feriti. Vedremo che i doni di Dio sono stati concessi, devono soltanto essere accettati, ma essi non sono materiali, bensí spirituali. Attraverso di loro troveremo il modo di correggere una situazione o di conquistarne altre.
Tutto quello che deve succedere succederà a suo tempo, dipende soltanto dal momento in cui ciascuno comincerà a cercare il suo vero proposito in questa vita e a sentire che la nostra importanza e possibilità di successo sono sempre proporzionali alla nostra fede, umiltà, pazienza e capacità di perdonare, ma soprattutto di mettersi nei panni degli altri e di sentirsi nel flusso della vita, del Padre.
“E Dio può colmarvi di ogni specie di grazia affinché possiate avere sempre e in tutto il necessario e vi rimanga qualcosa in piú per tutte le opere buone” – Corinti 9:8
Lean Akbar
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