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OGNUNO CON I SUOI PROBLEMI
por WebMaster
Maria Silvia Orlovas -
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Traduzione di Angela Li Volsi -
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La prima volta che ho sentito dire da qualcuno: “ognuno con i suoi problemi”, confesso che ho trovato la frase molto aggressiva. Siccome sono una persona che si preoccupa del benessere degli altri e sempre pronta a venire in aiuto, non avrei potuto trovare corretto che qualcuno guardasse solo a se stesso lasciando il resto del mondo da parte. Ancora imbevuta della mia maniera altruista di vedere la vita, ho considerato quella persona egoista e autocentrata. Però, con il passar del tempo, osservando gli atteggiamenti delle persone e i miei stessi, ho cominciato a capire il lato positivo di questa posizione.
È vero che nel cammino spirituale impariamo che dobbiamo aprirci all’amore, stendere le mani alle persone, aiutare il prossimo, curarci di quelli che ci circondano, ma cosí stesso dobbiamo conoscere il limite delle nostre azioni. Sí, perché aiutare senza essere chiamati ci trasforma rapidamente da “carini” in ficcanaso. Usciamo dalla sintonia di persone ben intenzionate e assumiamo un’aria inconveniente.
Dobbiamo conoscere i nostri limiti e imparare a rispettare quelli degli altri. Parlare troppo non aiuta a niente, ma mantenere il silenzio nei momenti in cui le persone si aspettano un’opinione o un gesto da noi, non va neppure bene.
Un atteggiamento saggio e amoroso è quello di dar tempo al tempo, pur continuando a mantenerci presenti e solleciti. Ma questo atteggiamento cosciente è possibile solo quando possediamo una buona dose di autoconoscenza. Del resto, l’autoconoscenza è il piú potente strumento di cura nel cammino verso una vita migliore.
Chi si conosce non sta a implorare l’affetto cercando di far piacere a tutti e soffrendo continuamente per via dell’indifferenza delle persone Sí, perché spesso le persone carenti fanno qualunque cosa per gli altri, si umiliano nel tentativo di conquistarne l’affetto e il rispetto. Piú tardi, quando la relazione viene meno o finisce si sentono umiliati, traditi e strumentalizzati. Non sono state poche le persone che sono venute a cercarmi con questo tipo di lamentela. Nella maggior parte dei casi si trattava di persone buone, amorose, che stavano soffrendo anche fisicamente, con dolori inspiegabili, fibromialgie, emicranie costan ti e altri sintomi con migliaia di cause possibili, ma che in fondo nascevano da uno stato emozionale turbato e ferito immerso nel rancore.
Qual’è la soluzione, se non quella di cambiare atteggiamento? Sembra facile, ma non lo è, perché si tratta di processi incoscienti. Le persone non sanno che stanno esagerando, amando troppo, comprendendo troppo, aiutando la famiglia senza rispettare i loro propri limiti. È chiaro che alcune situazioni sono carmiche, rendendo la relazione confusa e burrascosa. Ho già notato che le questioni carmiche molte volte sembrano ridicolamente facili da risolvere per chi ne sta fuori, ma sono profondamente complicate per gli interessati.
Stando cosí le cose, mi sembra chiaro che non serve a niente intromettersi . Lucinéia mi ha presentato un caso tipico di questa situazione semplice e complessa al tempo stesso. Fin da bambina aveva un rapporto complicato con la madre che, molto esigente, la criticava in continuazione, mettendo in risalto i suoi difetti. L’altra sorella, di temperamento molto piú bellicoso del suo, aveva affrontato la madre e, senza sentimenti di colpa, si era allontanata dalla famiglia. Sembrò quindi naturale, anche se penoso, doversi prendere cura della madre anziana, cosa che fece con molta rabbia e sofferenza. Siccome era una persona amabile, durante il lungo percorso delle cure per la madre, finí con l’intendersi con lei e facendo la pace con il destino crudele. Per fortuna, la rivolta si trasformò in liberazione, sebbene sia stato un tormento per quella donna vincere questa provazione.
Fu tutto molto difficile, tanto che quando venne da me dopo dieci anni dall’accaduto, i suoi occhi si riempivano ancora di lacrime nel parlare di quel periodo della sua storia. Venendo da una formazione in contatto con la dottrina spiritica, voleva capire cosa aveva fatto nel passato per meritare quel dolore. Le ho spiegato che quel sentimento non era legato al passato, ma continuava ad essere alimentato da lei nel presente, dato che se ci manteniamo nella condizione psicologica corrispondente al dolore, esso si manifesterà molte volte.
Quello che abbiamo visto nelle sue vite passate ha confermato quello che sospettavo: questa donna continuava a non imporre limiti nelle sue relazioni, non si permetteva di esistere veramente. Tutti erano piú importanti di lei. Le vite passate mostravano schiavitú, dolore, sofferenze e rinunce.
Finita la sessione, lei non capiva ancora quello che doveva fare, come agire nella sua vita, già che da molto tempo non si sapeva rispettare; non aveva la nozione che, se non si rispettasse, nessuno la rispetterebbe. Abbiamo discusso sulla necessità di cambiare atteggiamento e di assumere i suoi sentimenti, la sua contrarietà, la sua negazione: era fondamentale che Lucinéia venisse fuori da quello stato d’animo e vedesse la vita in un’altra maniera.
Ammettere che ognuno deve badare a se stesso con saggezza è fondamentale per una liberazione perché alle volte la questione può persino terminare nel mondo obiettivo, come è successo a Lucinéia, quando la madre morí e lei aveva fatto tutto il possibile perché accadesse nel migliore dei modi. Tuttavia, la situazione continuava ad essere penosa perché lei soffriva sentendo pena di se stessa e di tutto quello che aveva dovuto sopportare. Il dolore continuava nella sua mente e la madre, già nel piano spirituale, si fissava in lei con sentimenti di colpa per aver fatto soffrire la figlia. Entrambe prigioniere di un problema che non esisteva piú in forma obiettiva.
Ho lavorato con questa donna la liberazione, insegnandole delle meditazioni e stimolando la lettura e l’apertura verso una maniera rilassata di vedere la vita, perché il tempo passa e piú ci perdiamo soffrendo, piú ci allontaniamo da un’esistenza sana e positiva.
Realizza quello che deve essere realizzato, senza autocommiserazione e recriminazioni esagerate. Se non puoi cambiare il mondo, cambia te stesso...
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